L’empowerment dell’adolescenza a Ponte di Nona: il racconto del percorso di Teatro per bambini

Il progetto “L’empowerment dell’adolescenza attraverso la cultura e la promozione del territorio” – realizzato da Consorzio Innopolis grazie al contributo del Dipartimento per le Politiche per la Famiglia – Presidenza del Consiglio dei Ministri – ha previsto per i bambini della fascia 6-11 anni un percorso di valorizzazione del sè e riscoperta delle potenzialità attraverso il teatro. Grazie alle lezioni della docente Gisella Giancarli, negli scorsi mesi, i piccoli di Ponte di Nona hanno iniziato a frequentare le attività al Castello di Lunghezza.

Un’esperienza fino ad ora, molto ricca dal punto di vista umano e professionale, attraverso le molteplici attività teatrali svolte. – ci racconta l’esperta di teatro e attrice Gisella GiancarliAbbiamo lavorato su tutte quelle barriere che impediscono ai bambini un apprendimento rapido e consapevole: la timidezza, la paura di non riuscire, la paura del giudizio che limita ogni performance spontanea e brillante. Con il rilassamento muscolare, ho permesso ai piccoli di comprendere come si possono controllare le emozioni negative e trasformarle. L’ansia che sovrasta l’emozione può diventare nostra amica, con la meditazione profonda la osserviamo e con la respirazione diaframmatica la gestiamo. Quotidianamente i bambini hanno imparato a respirare nel modo corretto, per permettere anche un buon uso della tecnica vocale e una fonia strutturata”.

Il percorso teatrale ha previsto un programma specifico che mira al raggiungimento degli obiettivi progettuali: “A giorni alterni abbiamo lavorato sul e con il metodo Meisner – spiega ancora la docente – la famosissima tecnica del REPET che permette di sviluppare l’ascolto ed iniziare a comprendere il concetto di SOTTOTESTO. Cambiando ciò cambia anche l’emozione corrispondente. Abbiamo lavorato con molta passione con le memorie emotive, riportando a galla piccoli traumi che ci tormentano ed impediscono uno sviluppo progressivo dell’autostima. Il trauma con la memoria emotiva viene ascoltato e accolto dal gruppo che si rende partecipe della sofferenza del compagno e vive con lui quel ricordo, fino alla catarsi finale che culmina con un abbraccio collettivo di tutti che permettono al bimbo di ‘purificare’ quella determinata situazione”.

E non è mancata nelle lezioni di teatro la cura della parte motoria, “presente ogni giorno attraverso esercizi di EURITMIA STEINERIANA – prosegue il racconto – I bambini hanno creato il loro personale movimento iniziando a ballare sulle vocali e consonanti del proprio nome. Ci siamo addentrati nella caratterizzazione del personaggio, cercando movenze e dettagli di qualcuno appartenente al nostro vissuto quotidiano, qualcuno che susciti in noi curiosità, che abbia dei tratti comici. Ci siamo dilettati nel momento privato, tecnica che permette di consapevolizzare I suoi movimenti e il suo mondo interiore. La materia però che più ha appassionato i piccoli è e rimarrà sempre l’improvvisazione. La spontaneità e la creatività permettono di migliorare anche la sfera cognitiva, perchè obbligano a trovare delle probabili soluzioni per sviluppare la scena che si crea work in progress creando sintonia ed empatia. E poi abbiamo anche ballato tanto e sperimentato anche la “contact improvisation” che lavora sulla fiducia e sullo sblocco emotivo”.

Infine parte importante del percorso è stato riservato allo storytelling che “per i più piccini è stato fondamentale per la comprensione della struttura di una storia che diverrà teatralmente un copione futuro. Le storie sono tutte scritte da me, così come i piccoli monologhi che sto preparando per lo spettacolo finale al Castello di Lunghezza“, conclude Gisella Giancarli.

By |2021-08-30T10:04:31+00:00agosto 30th, 2021|News, Progetti|0 Comments